Uno spettacolo “universale”, un frastuono di emozioni sincere, un percorso dentro noi stessi, un viaggio che tocca le corde profonde dell’anima. Sorridi, ridi, piangi, rifletti, ti ascolti e poi torni a sorridere, ridere, riflettere, ascoltare e poi ricominci, continuamente, in maniera costante a vivere insieme ai quattro meravigliosi protagonisti sulla scena le loro storie.
Dimentichi di essere a teatro e ti ritrovi per magia dentro una camera d’ospedale ad ascoltare i discorsi di quattro persone che vivono le loro “semplici” vite, come accade tutte quelle volte che vorremmo ascoltare nella Vita persone che parlano accanto a noi magari su un tram o per strada, su una panchina, fermarci e farci i “fatti loro”, come direbbe qualcuno. No, non ci stiamo facendo i fatti loro, stiamo condividendo le meraviglie della vita. Ecco, durante lo spettacolo accade questo, sei autorizzato ad ascoltare, a farti i fatti loro senza essere giudicato, fallo e basta, e godi.
Dimentichi di essere a teatro e ti ritrovi per magia dentro una camera d’ospedale ad ascoltare i discorsi di quattro persone che vivono le loro “semplici” vite, come accade tutte quelle volte che vorremmo ascoltare nella Vita persone che parlano accanto a noi magari su un tram o per strada, su una panchina, fermarci e farci i “fatti loro”, come direbbe qualcuno. No, non ci stiamo facendo i fatti loro, stiamo condividendo le meraviglie della vita. Ecco, durante lo spettacolo accade questo, sei autorizzato ad ascoltare, a farti i fatti loro senza essere giudicato, fallo e basta, e godi.