MICHELE ARDORE BOTRUGNO

MICHELE ARDORE BOTRUGNO

Michele Ardore Butrugno

“Vita morte e miracoli” rappresenta uno degli spettacoli più intensi e belli della stagione teatrale. Non vi sono dubbi. La storia si svolge all’interno di una camera di ospedale dove è in fin di vita Emanuele (Francesco Venditti) e al suo capezzale ci sono il suo compagno Marco (Riccardo Scarafoni), sua sorella Ilaria (Veruska Rossi) e Dario (Fabrizio Sabatucci) suo marito. Riuscire a parlare di uno spettacolo riuscito è forse riduttivo, visto che stiamo (finalmente) parlando di uno spettacolo che dal punto di vista interpretativo è impeccabile. Riccardo Scarafoni nel ruolo di Marco mette in atto l’essenza dell’attore portando in scena un personaggio complicato, sempre in bilico tra la commedia e la disperazione. Un attore straordinario che lascia a bocca aperta per l’intero spettacolo. La commedia gira intorno ai segreti e alla profondità dell’anima e chi si fa perno di tutto questo è il personaggio di Emanuele interpretato da Francesco Venditti. Difficile riuscire a gestire la mole di umanità di cui si fa carico sia l’attore che il personaggio. Ed è proprio una forte presenza come quella di Francesco Venditti che questa sottile linea viene fuori da una regia davvero eccellente. Chi, forse, ha più segreti è il personaggio di Ilaria che forse da un punto di vista “di scrittura” è il personaggio più debole, che emerge in maniera prorompente perché la voce, il corpo e la bravura di Veruska Rossi fungono da filtro per l’intera storia. Infine c’è il personaggio di Dario che viene interpretato da Fabrizio Sabatucci. Dario rappresenta l’essenza dell’uomo medio, un pò superficiale, schietto e non pronto ai cambiamenti di una società che si evolve. Sabatucci fa emergere, quello che per gli addetti ai lavori viene chiamato “Carattere”, un personaggio pieno di vita di un’ingenuità talmente reale che si fa quasi fatica a non affezionarsi. Il punto forza di questo spettacolo oltre alla regia è l’altissimo livello attoriale. Una forza e una potenza che solo quattro bravissimi attori potevano regalare al pubblico. In alcuni brevissimi momenti il testo di Lorenzo Gioielli rischia di cadere nel buonismo ma sono stato davvero fortunato a conoscere e riconoscere la bellezza del testo e la bravura di quattro attori che l’hanno portata in scena.