Lungotevere

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Al Cometa off “Vita, Morte e Miracoli”: uno spettacolo non per spettatori

Vita, Morte e Miracoli

Non mi va di parlare della trama dello spettacolo, passo. Sono impegnato a riflettere sui grandi temi, tutta colpa loro. E’ appena finito lo spettacolo, sono seduto, gli applausi li costringono agli inchini per un numero di volte che proprio non ricordo. E’ stato uno di quei momenti nella vita, in cui ti siedi e dimentichi che quei quattro siano degli attori. Finalmente. Sin dal primo secondo sei catapultato in una scena talmente “normale” da pensare che tu, spettatore, possa intervenire dal posto, sdraiarti sul letto di quella stanza d’ospedale e cominciare a dire la tua. Sono veri.

Sono riusciti – tutti, nessuno escluso – ad andare contromano in uno spettacolo che poteva cadere in un banale senso unico di marcia, proprio perché parla della vita, della morte e dei miracoli. Sono riusciti a spiegarsi e a spiegare, molto più che ad interpretare, è quella la chiave che ha parlato al ventre del pubblico. Se provi ad interpretare certi concetti, hai sbagliato, se li vivi come uomo e insieme a loro muori come attore, hai compiuto un piccolo miracolo. Loro lo hanno fatto.

Se siete spettatori che si limitano ad osservare, avete scelto lo spettacolo sbagliato, qui si vive la scena e la vita, tra risate e riflessioni profonde, ma più che in ogni altro teatro, si assiste ai miracoli. No perditempo.

Mentre gli attori continuano a raccogliere l’affetto del pubblico, stanno pensando, lo stanno facendo anche loro, intensamente, ne sono certo.

Chissà qual è il senso che danno alla vita, alla morte e ai miracoli? Lungotevere li ha incontrati e ha posto loro quattro semplici domande.

VERUSKA ROSSI: attrice, regista, acting coach.
Dal 2000 non si è mai fermata. Si divide tra cinema e teatro.
Una carriera in salita e piena di impegni, trova addirittura il tempo per fondare la Scuola Omnes Artes insieme a Guido Governale.
Potrete trovare i loro giovani attori sui prestigiosi palcoscenici Italiani o nei migliori set cinematografici. Fate voi.
Nessuno conosce il reale colore dei suoi capelli, nemmeno lei.
Vita: Vita è “cuore”. E’ il cuore che ci tiene in vita e poi subisce le nostre emozioni, quindi “vita”, per me, è emozionarsi. Credo che tutto ciò che fa vibrare il nostro corpo, gli da vita. E’ così. Tutte le cose che ci fanno vibrare, ci rendono vivi, questa è la “vita”.
Morte: Ho paura della morte, ne ho il terrore.
La morte è quella cosa su cui non hai risposte, mai nessuno è tornato per poterlo raccontare. Allo stesso tempo ne sono affascinata, mi piace parlarne, forse affronto la mia paura così. Quando ne parlo ci penso, un po’ mi spaventa e mi fa vibrare, quindi, stando a quanto ho detto prima, anche la morte è vita.
Miracoli: Credo nei miracoli. Credo nei miracoli spirituali e in quelli materiali, con il nostro pensiero possiamo fare qualsiasi cosa, ma solo se ci crediamo. I miracoli possono essere molte cose, piccoli gesti, grandi trasformazioni, dipende solo dalla nostra volontà.
credi in Dio, si o no? Si

FRANCESCO SAVERIO VENDITTI: attore, doppiatore, direttore del doppiaggio
Un curriculum troppo lungo per poter essere raccolto in quattro righe.
Doppiaggio, Teatro, Cinema e Fiction.
Oltre quaranta film all’attivo (tra cinema e tv), altrettanti i film doppiati. Insomma, tanta roba. Apparentemente tenebroso ma dall’animo nobile, basta parlarci un minuto per cadere tra le sue riflessioni teneramente profonde.
Vita: Intanto la vita non è una cazzata! La vita è capire le sofferenze, capire i tuoi genitori. Trascorri una vita a cercare di non fare i loro stessi errori, le loro stesse scelte e invece ti accorgi di non essere così tanto diverso e immune.
La vita è svegliarti accanto alla tua compagna e poi portare i tuoi figli a scuola.
Un giorno li vedrai volare con le loro ali, questo è la vita, una cosa molto terrena.
Morte: Per me la morte non esiste, ma sicuramente faccio così perché ho paura. La morte è qualcosa di egoistico, trascorri una vita a tentare di capire se ti spaventa di più che qualcuno soffra per la tua scomparsa oppure che tu soffra per la scomparsa di qualcuno. Si, comunque ho paura della morte.
Miracolo: Il miracolo è la vita stessa. Abbiamo fatto le prove di questo spettacolo in una sala a Trastevere, che ci ha messo a disposizione mio padre e ogni volta che passavo davanti alla chiesa di Santa Cecilia, entravo a pregare.
Non avevo mai avuto il bisogno di andare in un posto come “la chiesa” a pregare per gli altri, è la prima volta che mi succede. Questo spettacolo mi ha curato come persona e come attore e proprio grazie al modo in cui lo sto metabolizzando mi è venuta voglia di entrare li, a pregare per i miei cari, magari anche solo per cinque minuti. E, se uno come me, che non è mai entrato in chiesa, ha voglia di andarci, evidentemente è successo qualcosa. Ho fatto pace con un sacco di cose, magari proprio questo è un miracolo.
Credi in Dio, si o no? (ci pensa) Si

FABRIZIO SABATUCCI: attore, autore e conduttore radiofonico
Naturalmente mattatore, ha al suo attivo quasi quaranta film (Tv e Cinema).
La sua è una carriera in ascesa, lo abbiamo sentito ai microfoni di “Citofonare Cuccarini” su Radio Uno e recitare in teatro con i suoi spettacoli dalla brillante comicità. E’ un po’ il prezzemolo dello spettacolo, sta bene ovunque.
Vita: Per me la vita è: essere, esserci, sono. I colori. La mia vita non è in bianco e nero, è piana di colori. Una vita in bianco e nero sarebbe una vita troppo vissuta, vorrebbe dire aver fatto un giro di boa, io per fortuna non l’ho ancora fatto.
La vita vuol dire avere coraggio e credere nei propri sogni e la differenza tra i sogni nel cassetto e i sogni, è che quelli nel cassetto rimangono li, gli altri li realizzi perché li vivi.
Morte: Non ci abitueremo mai alla morte ma questo spettacolo ci fa riflettere sulla morte. A me fa più paura la morte di una persona vicina, rispetto alla mia, non ci penso mai, piuttosto penso alla vita.
Miracolo: Si fa presto ad urlare al miracolo. Il miracolo può essere tante cose: una telefonata, un incontro. Diventa miracolo anche una cosa piccola, apparentemente insignificante, dipende dal valore che gli attribuisci.
Credi in Dio si o no? Io credo a Madre Teresa, al Papa, ai missionari e li riconosco solo per il loro carisma, per il loro modo di essere.
Nessuno di questi, però, è mai riuscito a trascinarmi oltre il credere terreno.

RICCARDO SCARAFONI: attore, regista, doppiatore.
Riccardo è molte cose. Ha diretto e interpretato spettacoli come: “La fine della fiera” e “Lo Potere”, capolavori assoluti.
Ha doppiato personaggi come Kevin McKidd in “Grey’s Anatomy”, Tobby Kebbel in “Prince of Persia”, Damien Lewis in “Homeland”.
Un’infinità di ruoli ricoperti a teatro, tanta gavetta. Un uomo di non-troppe parole ma ben pesate e ben pensate.
Vita: La vita è un incidente, un’enorme botta di culo.
Fatico molto a scindere la chimica dalla morale. Moralmente è la cosa più preziosa che abbiamo e quindi gli va dato un senso, abbiamo il dovere di farlo.
L’unico modo per darglielo è seguire la propria natura.
Morte: La morte è sorella della vita. La morte è inevitabile ed è liberazione.
Liberazione perché spero che alla fine di tutto, ci si senta scaricati dalla responsabilità di vivere, spero solo sia un dolce abbandono per chiunque la attraversi. Manlio Sgalambro la definisce “la porta dello spavento supremo”, forse rappresenta ciò che penso della morte.
Alla fine non mi fa paura, è solo che non la conosco.
Miracolo: Non credo nei miracoli. (sorride ndr)
Credi in Dio, si o no? No

Simone Serafini
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